mercoledì 20 agosto 2014

Mare, profumo di mareee

Non c'è cosa peggiore di terminare l'ultimo giorno di lavoro e iniziare le ferie con la certezza di rimanere a casa e non poter partire per luoghi esotici (aaaah, le Maldive...) o meno (oooh, "Sozzo"marina...). Non c'è cosa migliore di decidere di punto in bianco di farsi quattro bei giorni in riviera romagnola. Sabato, ore 17.00: "Uff però, che palle! Senti dai, guardiamo se c'è qualche alternativa al nulla su quel box che ti hanno regalato per la laurea..." Sabato (lo stesso sabato), ore 19.00: "Tutto ok, prenotato fino a mercoledì! Oh, ma davvero tu prima non eri mai stata a Rimini?!"
Bellaria-Igea Marina, anzi Igea Marina, insomma facciamo Rimini. Alberghetto 3 stelle, bed & breakfast (molto breakfast, tantissimo breakfast, da morire di breakfast!), 100 metri dalla spiaggia. Troppo lungo raccontare tutto (sì, non sono stati tre mesi in Nepal e India, o sopra il massiccio del Karakorum, ma insomma datemi sta soddisfazione essuddài!), quindi procedo per immagini, che poi è pure più bello no? Ndr: no, Lei non c'è sulle foto, né mai ci sarà probabilmente; stavo pure pensando di comprarle i diritti d'immagine, ma a questo punto credo mi costerebbero meno quelli di Sandra Bullock).



Le Frecce tricolori. Il brutto tempo e le Frecce tricolori. Il brutto tempo, le Frecce tricolori e le madonne tirate giù dal responsabile del bagno 74 che delle Frecce tricolori ha fatto la sua ragione di vita nella prima settimana di agosto. Vecchio, mi dispiace per le nuvole, ma il loro spettacolino l'hanno fatto e tu le tue belle fotine pure. 'Sta senza penzier.


La piadina romagnola. Quella fatta a mano, col crudo, con il roast beef, soprattutto con Sua Maestà lo Squacquerone e la consorte Magneficentissima Rucola. Ne abbiamo mangiate almeno una al giorno, una dieta fatta di gelati e piadine, piadine e gelati. E di imponenti colazioni, che se tutti i clienti fossero stati come noi, l'albergo ora sarebbe in fallimento.


L'acqua limpida. No, non è la Sardegna, giurin giurello che è alto Adriatico. E io che credevo che qui al nord ce la giocassimo solo tra mucillagini e alghe. Anvédi. Poi l'ultimo giorno a Rimini l'acqua era sempre quella bella densa e scura delle nostre zone, ma i primi tre giorni guarda, una meraviglia. Saluti dal granchio che poche ore dopo m'ha pure pizzicato. Te possino...


La gita notturna in nave. Lo so, non c'è la nave, ma non importa, immaginatela come una motonave da Amarcord, una giusta via di mezzo tra sobrietà e kitsch spinto, con le bandierine multicolore e il capitano che parla agli ospiti stranieri in un russo fortemente colorito di Romagna, un po' vodka un po' Sangiovese. La cosa più bella è stata proprio l'attesa su questo minuscolo pontile, che a guardare giù sembrava di sprofondare negli abissi e a guardare avanti, oltre il vento, c'era la curvatura del mondo (in realtà sono poco più di 40 cm d'acqua e la Croazia è lì lì).


Le razze. All'acquario di Cattolica si facevano accarezzare, sbucavano fuori dall'acqua con le loro ali e tu potevi poggiare la mano su quel pescione setoso e morbido. "Oh, ma hai sentito che bello tosto, che sodo? Che bella polpa, questo xe bòn!" dice Lei. E quindi la sera niente, che dovevo fare, mica potevo smentirla, anzi le ho dato pienamente ragione: alla catalana la razza è favolosa.

Avrei un'altra cinquantina di foto, ma mi fermo qui, meglio no? Tutto bello, bellissimo e chi se ne frega dei due giorni di pioggia su quattro. Le uniche foto che non posso mettere sono purtroppo quelle a cui tengo di più, quelle che ritraggono lo spettacolo più bello che ho visto a Bellaria, a Rimini, ma che vedo sempre anche quando sono a Sottomarina, Asiago, Lisbona, Roma, Este, Padova, Montagnana: Lei.

PS: se guardate bene comunque dietro a 'sto fantasioso bicchiere qualcosa si intravede... ;-)


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