Bar
sport è un libro di Stefano Benni. Purtroppo qualcuno ha malauguratamente
deciso di farne un film. Nella fattispecie tale Massimo Martelli, che a dir la
verità non ha alle spalle una grande e memorabile cinematografia: so da IMDB
che sono sue le serie televisive Love bugs 3 e All
stars, i cui episodi hanno talvolta allietato i miei pranzi e/o cene,
nulla più. Per tentare di cogliere un frutto decente da quel capolavoro
intramontabile (prima edizione Milano 1976), si sono arruolati attori che nel
panorama italiano spiccano per fama e anche bravura (Claudio Bisio, Giuseppe
Battiston, Antonio Catania, Angela Finocchiaro). Bastasse questo…
Al cinema sono
andato senza grosse aspettative e con la mente sgombra da pregiudizi. I primi
quindici minuti hanno ucciso le prime e moltiplicato i secondi. L'aveva detto
Battiston in un'intervista (una delle tante che sono state fatte in ogni dove
per promuovere il film) che nessuno mai aveva provato a portare sullo schermo
il libro di Benni. Era chiaro che stava pensando: "E un motivo ci sarà,
no?" Manca tutto: l'ironia originale, un filo logico, l'acume e il
sarcasmo. E' assai difficile narrare un luogo come il Bar sport, perché un film
deve quasi sempre avere una storia, un intreccio, un motivo. A meno che tu non
sia un grande regista, allora puoi anche permetterti di inquadrare un cielo per
un'ora e mezza, perché a quel cielo sai come dare un senso.
In conclusione:
-spiace per
Battiston, che rimane un grande attore che ha partecipato a grandi film;
-qualche risatina
strappata qua e là, soprattutto dai personaggi secondari (il maldestro
elettricista Cornacchione o il playboy Teo Teocoli ad esempio);
-leggete il libro: è
tanto divertente e breve che comunque ci impiegherete non più di due-tre ore;
-da vedere al
massimo scaricato da eMule. Ma se in tv c'è appena appena un Santoro qualsiasi,
è quasi meglio quello.