sabato 18 agosto 2012

Bar sport (Martelli, 2011)

Bar sport è un libro di Stefano Benni. Purtroppo qualcuno ha malauguratamente deciso di farne un film. Nella fattispecie tale Massimo Martelli, che a dir la verità non ha alle spalle una grande e memorabile cinematografia: so da IMDB che sono sue le serie televisive Love bugs 3 e All stars, i cui episodi hanno talvolta allietato i miei pranzi e/o cene, nulla più. Per tentare di cogliere un frutto decente da quel capolavoro intramontabile (prima edizione Milano 1976), si sono arruolati attori che nel panorama italiano spiccano per fama e anche bravura (Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Antonio Catania, Angela Finocchiaro). Bastasse questo…
Al cinema sono andato senza grosse aspettative e con la mente sgombra da pregiudizi. I primi quindici minuti hanno ucciso le prime e moltiplicato i secondi. L'aveva detto Battiston in un'intervista (una delle tante che sono state fatte in ogni dove per promuovere il film) che nessuno mai aveva provato a portare sullo schermo il libro di Benni. Era chiaro che stava pensando: "E un motivo ci sarà, no?" Manca tutto: l'ironia originale, un filo logico, l'acume e il sarcasmo. E' assai difficile narrare un luogo come il Bar sport, perché un film deve quasi sempre avere una storia, un intreccio, un motivo. A meno che tu non sia un grande regista, allora puoi anche permetterti di inquadrare un cielo per un'ora e mezza, perché a quel cielo sai come dare un senso.
In conclusione:
-spiace per Battiston, che rimane un grande attore che ha partecipato a grandi film;
-qualche risatina strappata qua e là, soprattutto dai personaggi secondari (il maldestro elettricista Cornacchione o il playboy Teo Teocoli ad esempio);
-leggete il libro: è tanto divertente e breve che comunque ci impiegherete non più di due-tre ore;
-da vedere al massimo scaricato da eMule. Ma se in tv c'è appena appena un Santoro qualsiasi, è quasi meglio quello.


5 motivi...per non scegliere un iPhone

1. Il prezzo eccessivo
2. La chiusura del sistema operativo
3. L'impossibilità di videochiamare in rete 3g
4. Le innovazioni e/o peculiarità esclusive che tali non sono
5. La sopravvalutazione e la spinta mediatica ingiustificata
E con questo è probabile che scateni un bel putiferio...

giovedì 16 agosto 2012

Resoconto di un pomeriggio di mezza estate

Ne sono successe di cose dall'ultimo post risalente ormai a giugno scorso. Talmente tante che non saprei da dove iniziare. Vediamo dunque di dare un po' di ordine ai pensieri: è scaduto il mio contratto di lavoro e ne è ricominciato un altro con conseguente spostamento di ufficio, è arrivato il caldo (quello vero della pianura padana, fatto di aria irrespirabile e di notti sudaticce), sono tornato in piscina dopo tanto tempo, sono stato per la prima volta in vita mia a Mirabilandia e in un ristorante brasiliano, ho visto nascere e crescere nuovi gattini, ho suonato il Barbiere di Siviglia, mi sono lasciato andare al solito film estivo di poco conto, ho drogato parte dei miei giorni di ferie con serie televisive finora perse (tipo Game of thrones, Big bang theory e The walking dead), ho acquistato il tablet da cui ora sto scrivendo, sono stato al mio quarto concerto degli Afterhours. Insomma, ho fatto un sacco di cose di cui non importerà niente a nessuno e che in effetti non sono poi così rilevanti. Però continuo a pensare che la banalità non sta nelle cose che fai, ma nel modo in cui le fai, nel valore che dai loro e nelle persone con cui le condividi. Non sto scrivendo dalle spiagge bianche di qualche luogo esotico e patinato, ma da un giardino di campagna, con l'aria serale che mi accarezza i polpacci e una mamma gatta che si ostina a leccare e nutrire la sua progenie ormai cresciutella, voltandomi di tanto in tanto a guardare uno splendore di donna qui al mio fianco, tutta intenta e china sui suoi libri. Per me, qui e ora, sono le migliori giornate che potessi immaginare!